sabato 10 aprile 2010

 Ho trovato questa guida all'uso dell'HUD di PT3 o HEM in italiano , io personalmente uso l'HUD solo per avere un'idea di massima dell'avversario, però magari studiandolo meglio potrebbe portare migliore al gioco, spero. La guida è per il NLHE 6max


Cominciamo con l'analizzare le tre statistiche notoriamente più importanti che PT fornisce:

1. VPIP (Voluntarily Put $ In Pot) : indica la percentuale delle volte che un giocatore volontariamente investe soldi in un piatto. Esso non include quindi i piatti checkati dal BB e quelli non completati dallo SB. Fondamentalmente questa statistica ci indica quanto sia loose un giocatore. Ovviamente, a meno che non si faccia ricorso all'utilizzo dei filtri (dei quali parlerò in seguito), il valore indicato alla voce VPIP è generico, non tiene cioè conto della posizione dalla quale si è entrati in gioco. E' superfluo sottolineare che qualsiasi essere pensante gioca un range di mani progressivamente più ampio man mano che si avvicina al BTN. Generalmente il VPIP per position di un giocatore è pari ad un valore compreso tra la metà ed i 2/3 del totale in EP, e a circa 1,5x/2x in LP. Ad esempio, un giocatore con VPIP pari a 15, avrà presumibilmente un VPIP compreso tra 7 e 10 in EP, e tra 22 e 30 in LP.

Il VPIP può essere grosso modo suddiviso nelle seguenti fasce:

a) < 8% : giocatore esageratamente tight. Il suo range è praticamente solo QQ+/AK in EP (forse AKo ma solo da UTG+1), e JJ+/AQ s in LP. Questi giocatori non devono e non possono spaventarci. Semplicemente quando openraisano, non callate mai, se non con monster hands (adeguatevi al loro range in pratica). Se al flop continuano a mostrare forza, foldate serenamente anche overpair. Esempio: A (VPIP=6%) raise 4x da UTG+1. Io da BB call con QQ. Flop: T62 r. Openbetto 2/3 pot. Se raisato, foldo sereno; se callato, check/callo o check/foldo a secondà dell'entità del bet, ma c/f > c/c

b) 8%-15% : ancora molto tight. JJ+/AK da EP, 88+/AJ+ da LP. Naturalmente, e questo vale per tutte le percentuali che si andranno ad analizzare da qui in avanti, più ci si avvicina ai due parametri di riferimento, maggiormente il range si potrà allargare o diminuire. Ad esempio, in questo caso, un giocatore con VPIP pari a 9% avrà un range di apertura molto simile a quello indicato nella fascia precedente; uno con un VPIP pari a 14,5% avrà ovviamente un range molto più ampio sia in EP che in LP. Inutile fare esempi concreti per i giocatori di fascia b/c/d, perché è fondamentale, soprattutto per questi giocatori, rapportare il loro VPIP al PFR e all'AF (di cui parlerò in seguito)

c) 15%-22% : moderatamente tight.
77+/AJ+ in EP; 22+/A8 s+/suit.conn. (67+)/KT s+ in LP

d) 22%-30% : leggermente loose. 22+/A8 s+/suit.conn. (67+)/KT s+ in EP; 22+/A2 s+/A7+/connectors/suit.1gapper-2gappers in LP

e) 30%-40% : loose. 22+/A2 s+/A7+/connectors/suit.1gapper-2gappers in LP; (quasi) any two cards in LP.

f) > 40% : superloose. Il tipo di giocatore che solitamente vorremmo al tavolo. Apre da EP e da LP praticamente any two, e spesso non è in grado di capire postflop la reale forza della sua mano. Giocatore da stackare quando si ha 2P+. Evitate però di andarvi ad impelagare contro questo tipo di giocatori con mani marginali (middle pair, TPNK, etc...) perché uno dei principali errori che dobbiamo evitare di commettere è quello di giocare da fish se ne abbiamo uno di fronte. Aspettare sempre lo spot giusto per stackare il fish e cercare sempre di isolarlo in hu già dal pf

2. PFR (Preflop raise) : indica la percentuale di mani con cui un giocatore raisa preflop. Misura quindi il suo grado di aggressività (pf obv). Questo valore non ha alcun significato se preso singolarmente, mentre diventa fondamentale se rapportato percentualisticamente al VPIP. Il PFR può essere grosso modo suddiviso nelle seguenti fasce:

a) < 30% del VPIP (ad esempio un giocatore con VPIP 28 e PFR 6): trattasi di giocatore molto passivo preflop, che limpa oltre il 70% delle mani con cui entra in gioco. Generalmente questo è il tipo di giocatori che vorremmo sempre avere al tavolo, soprattutto se il loro VPIP è particolarmente alto. Temiamo infatti maggiormente un 7/2 (lol, non so se esistono giocatori così in un 6max) di un 45/9. Il primo raisa pochissimo ma gioca anche pochissimo, quindi è un giocatore dal range molto exploitable ma dal quale difficilmente caveremo $; il secondo è invece una macchina da limp (comunemente noto come calling station) : entra spessissimo in gioco senza tuttavia raisare quasi mai. Contro questo tipo di giocatori possono essere molto profittevoli (ma occhio a non abusarne e soprattutto giocateli preferibilmente ip) i connectors bassi, meglio se suited, e, più in generale, tutte le mani speculative (tipo small pairs, suited 1-gappers, etc...). Lo scopo è ovviamente quello di floppare un mostro e di farli abboccare valuebettando any street. Occhio però a non sopravvalutare la forza della vostra mano (soprattutto se postflop vedete che anziché limitarsi al call, vi raisano in faccia senza timori) : ad esempio se openraisiamo T9 e il fish calla, un flop T47 non è un buon flop, è un flop sul quale fare potcontrol sempre. Ovviamente NON bluffate MAI contro questi giocatori

b) 30%-50% del VPIP (18/8 ad esempio) : giocatore abbastanza passivo, ma sicuramente meno donk di quello sopra indicato, soprattutto se il PFR è molto vicino al 50% del VPIP. Il range con cui openraisa (dei 3bet ne parleremo in seguito) questo tipo di players è solitamente JJ+/AQ s+. Ovviamente maggiore sarà il loro VPIP, maggiore il range con cui raiseranno.

c) 50%-75% del VPIP (18/12 ad esempio) : giocatore abbastanza aggressivo preflop, che preferisce entrare in gioco raisando piuttosto che limpando. Se il VPIP non è molto alto (<20%), ci troviamo di fronte ad un giocatore molto solido (il classico TAG), per affrontare il quale avremo sicuramente bisogno di ulteriori elementi di valutazione (AF, Fold 3bet, CB%, etc: tutte stats che andremo ad analizzare in seguito). Se il VPIP è invece alto (>25%), il giocatore (LAG in questo caso) sarà particolarmente aggressivo pf: personalmente cerco di evitare giocatori di questo tipo, ma se proprio non posso fare a meno di evitarli (perché magari sono seduti ad un tavolo con 4 fish), prima di scontrarmici, ne osservo attentamente il gioco postflop (con l'ausilio delle stats sopra indicate, ma anche con varie annotazioni personali sui loro comportamenti nelle varie street), cercando di capire se hanno qualche leak particolare (ad esempio ci sono giocatori che hanno betting patterns quasi standard, ma evitiamo di inoltrarci in congetture troppo contorte)

d) > 80% del VPIP (25/23 ad esempio) : giocatore iper aggressivo preflop, che openraisa e 3betta praticamente il suo intero range: difficilissimo da leggere e da affrontare, soprattutto se ha un VPIP compreso tra 20 e 30. Quando fate table selection (con table tracker, di cui parlerò in seguito), EVITATE questo tipo di players, a meno che le altre statistiche non vi facciano carpire alcune debolezze.

Se nel vostro database di PT possedete un numero congruo di mani contro un determinato giocatore, potreste inizialmente avvalervi dell'ausilio di questo per avere un'idea del range di mani con le quali questo giocatore entra solitamente in gioco. Vi basterà inserire nelle celle in alto a sinistra il suo VPIP e il suo PFR e... il gioco è fatto. Usate tuttavia questo link con estrema cautela, innanzitutto perché credo si riferisca a tavoli FR (nei quali i range sono più ristretti rispetto al 6max, soprattutto in EP/MP), ed in secondo luogo perché il suo stesso "creatore" ammette di non garantire sulla sua attendibilità.

3. AF (Aggression Factor): indica l'aggressività postflop di un giocatore. A differenza delle altre due statistiche non è indicato da una percentuale ma da un valore numerico ottenuto mediante la seguente operazione matematica: (raise% + bet%) / call%. A differenza delle altre due statistiche, necessita di un numero maggiore di mani per poter essere considerato attendibile. Se per valutare il VPIP e il PFR di un avversario possiamo "accontentarci" di un centinaio di mani, per l'AF consiglio almeno il doppio delle mani, soprattutto se ci troviamo di fronte ad un giocatore tight. Il difetto di questa statistica (al quale si è posto rimedio con l'introduzione in PT3 dell'AFq, di cui parlerò al successivo capitolo) è che non tiene minimamente conto della folding%. Questo comporta che due avversari completamente diversi tra loro (come stile di gioco) possano paradossalmente "generare" il medesimo AF. Ad esempio un giocatore molto nitty e un giocatore molto aggro avranno entrambi un AF molto alto: il primo perché giocherà postflop solo mani fortissime (pushandole quindi molto) ed il secondo perché, indipendentemente dalla forza della propria mano, sarà portato postflop a non callare mai, avendo nel suo DNA pokeristico solo il bet/raise/fold. Considerare quindi l'AF isolatamente, senza cioè rapportarlo a VPIP/PFR , è un errore che non bisogna commettere.

Schematicamente l'AF può comunque essere suddiviso nelle seguenti fasce:

a) < 1,5 : giocatore passivo. Preferisce callare piuttosto che bettare/raisare, quindi un raise di questo tipo di player indica solitamente una mano molto forte.

b) 1,5 - 2,5 : giocatore mediamente aggressivo. Contro questo tipo di giocatori può essere spesso molto importante andare a verificare il loro AF by street, ovvero Flop Aggression, Turn Aggression e River Aggression. Molti giocatori hanno infatti un AF molto alto al Flop (il che indica che cbettano molto spesso) ma diventano particolarmente passivi al turn e al river. Contro questo tipo di giocatori può talvolta essere molto profittevole andare in floating, callnado il loro bet al flop per poi bettare qualora checkino turn. Altri giocatori hanno invece un AF basso al flop ma molto alto al turn: significa che tendono a valutare la forza della mano avversaria al flop (giocando passivamente), per poi aggredire al turn qualora l'oppo abbia mostrato debolezza. Se vi trovate di fronte ad un giocatore di questo tipo, potete talvolta slowplayare al flop (magari bettando solo 1/2 pot anche se siete nuts o quasi) per poi check/raisarli al turn.

c) > 2,5: giocatore molto aggressivo. Maggiore il valore di aggressività del player, maggiori saranno le possibilità di ottimizzare le nostre mani forti giocando d'attesa. Contro questi giocatori, può essere profittevole check/raisare flop o turn, ma anche NON valuebettare river per indurli al bluff. Per fare questo, dobbiamo però assicurarci che il loro AF elevato sia correlato ad un'effettiva aggressività del player, e che non sia invece conseguenza del fatto che ci troviamo di fronte ad un giocatore che bet/raisa mani molto forti, foldando tutto il resto.

Con PT3 è stata aggiunta una statistica molto importante, e precisamente l' AFq (Aggression Frequency). A differenza dell'AF, questo dato fornisce una visione molto più completa dell'aggressività di un giocatore, in quanto tiene conto anche delle mani foldate.
Più preciamente, la formula dell'AFq è la seguente:

[(Total Times bet + total time raised) / (Total Times bet + total time raised + total time called + total time folded)]*100.

La differenza tra le due statistiche è abbastanza evidente, ma per comprenderne appieno il significato, vi fornisco un esempio numerico: Su un campione di 100 mani, oppo betta 5 volte, raisa 3 volte, calla 2 volte e folda (o checka, o check/folda) le restanti 90. Non si può dire quindi che sia un giocatore particolarmente aggressivo. Andiamo a calcolare il suo AF e il suo AFq con le formule che ho riportato, e vedrete quanto l'AFq possa essere considerato più attendibile dell'AF.

AF = (5+3) / 2 = 4, che lascerebbe intendere che ci troviamo di fronte ad un giocatore particolarmente aggro;

AFQ = [(5+3)/(5+3+2+90)]*100 = 8%, che lascia invece chiaramente trasparire la sua scarsa aggressività. Suddividiamo l'AFq nelle seguenti tre fasce (per le quali valgono le considerazioni già fatte a proposito dell'AF). Preciso tuttavia che non ho ancora giocato (fruendo dell'ausilio di PT3) un campione di mani sufficientemente ampio perché possiate considerare totalmente attendibili queste fasce. Non avendo ancora trovato nessun thread (neanche su 2+2) nel quale si parli in maniera esaustiva dell'AFq, ho provato ad impostare a classificazione basandomi sui giocatori che già conoscevo bene tramite PT2, confrontandone i vecchi valori (quelli di PT2 appunto) con i nuovi (PT3)

a) < 20% : giocatore estremamente passivo. Solo 1/5 delle volte che entra in gioco betta o raisa;

b) 20% - 50% : giocatore mediamente aggressivo

c) > 50% : giocatore molto aggressivo.

4. WTSD (Went To ShowDown) e W$SD (Won Money at ShowDown): queste statistiche indicano rispettivamente la percentuale delle volte (rispetto al totale dei piatti in cui si entra) in cui un giocatore arriva allo showdown, e la pecentuale di volte in cui tale showdown è vincente. Quindi un'alta percentuale di WTSD è indice di un giocatore molto "curioso", mentre un'alta percentuale di W$SD sta ad indicare un giocatore solido, che arriva allo showdown solo quando ha ottime possibilità di vincere. Sebbene le due statistiche siano molto più utili ed indicative se esaminate in correlazione l'una con l'altra, in linea di massima possiamo dire che un giocatore moderatamente vincente dovrebbe avere un WTSD compreso tra 20% e 25%, e un W$SD compreso tra 50% e 60%. Se un oppo si discosta dai valori sopra indicati (sia in eccesso che in difetto) significa che è un giocatore exploitable, ha cioè dei leak dai quali possiamo trarre beneficio. Quali sono questi leak e come trarne vantaggio? Facciamo due esempi concreti che serviranno a capire meglio come sfruttare queste statistiche:

a) Oppo con WTSD alto ( > 30% ) e W$SD basso ( < 45% ) : essendo abbastanza evidente di trovarci di fronte ad una calling station (arriva spessissimo allo SD vincendolo poche volte), non blufferemo mai questo tipo di giocatori, mentre valuebetteremo sempre le nostre mani vincenti, ringraziandoli poi per il gentile omaggio;

b) Oppo con WTSD basso ( < 20% ) e W$SD alto ( > 60% ) : non commettiamo l'errore di considerare un giocatore con queste caratteristiche un giocatore imbattibile. Il fatto che vinca spessissimo lo showdown è la naturale conseguenza del fatto che ci arriva molto raramente, quindi solo con punti fortissimi. Se dallo svolgimento della mano, avete motivo di ritenere che questo tipo di player non abbia chiuso al river un punto veramente forte, bluffatelo spessissimo: otterrete il fold molto più spesso di quanto non crediate.

Analizziamo adesso una situazione nella quale spesso ci si viene a trovare: arriviamo al river oop e, pur avendo ottime chances di possedere la mano vincente, non sappiamo quale sia la linea migliore da seguire per massimizzare i profitti: in particolare non sappiamo se valuebettare direttamente o check/callare villain. Immaginate ad esempio di avere potbettato un flop particolarmente drawy con TPTK. Dopo il call dell'avversario, decidiamo di checkare turn per potcontrol e oppo fa check behind. Se al river si gira una blank card, possiamo ragionevolmente ritenere di essere avanti, in quanto la linea dell'oppo suggerisce un missed draw o un punto UI (a meno di river particolarmente sfortunato per noi) inferiore al nostro (TPNK/TPGK/Second pair, etc...). A questo punto cosa fare per massimizzare il profitto? Se valuebettiamo facciamo foldare any missed draw ma prendiamo presumibilmente valore da qualsiasi TP; se checkiamo induciamo al bluff gli eventuali draw non chiusi, ma veniamo quasi sicuramente checkati da TP dalle quali avremmo potuto trarre valore. In questo tipo di decisione, può essere molto utile verificare il WTSD del nostro oppo: se è alto, valuebetteremo il river perché sappiamo di avere di fronte un giocatore "curioso" che verrà sicuramente a callarci anche con mani mediocri; se invece il WTSD è basso (e magari il river AF è particolarmente alto), checkeremo per IB e non solo: la nostra linea suggerisce all'oppo debolezza, quindi non solo sarà portato a bluffare quel river con un missed draw, ma potrebbe addirittura bettarlo con una qualsiasi TP "sopravvalutata" (ritenuta cioè vincente proprio in considerazione della nostra passività).